Uccelli 2003
Il dramma
in breve
uomini. Al ritorno in scena di Pistetero ed Evelpide, a cui nel frattempo sono spuntate le ali, si assiste a una serie di scenette che illustrano le conseguenze della nascita di Nubicuculia: dalla terra giungono impostori di ogni tipo che vorrebbero approfittare della situazione ma vengono respinti in malo modo; dal cielo, invece, viene inviata come messaggera Iride, che rivela che Zeus è al colmo dell’ira perché il fumo dei sacrifici degli uomini non riesce più ad arrivare agli dei. Pistetero non si piega, anzi, impone che siano gli uccelli stessi ad essere venerati come divinità. Giungono poi Poseidone, Eracle e Triballo come ambasciatori degli dei, con l’intento di sancire un accordo con Pistetero; questi ultimi non possono che accettare le condizioni dettate dall’uomo: gli uccelli diverranno gli esecutori del potere divino e Pistetero l'erede di Zeus. Raggiunta la tregua, l’uomo ottiene il fulmine datogli da Zeus, sposa Basilea, personificazione della sovranità, e gli uccelli diventano vere e proprie divinità.
Gli uccelli è una commedia di Aristofane, commediografo greco del V secolo a.C. Due vecchi cittadini ateniesi, Pistetero ed Evelpide, stanchi del comportamento dei loro concittadini dediti solo a lotte e processi, abbandonano la città per trovarne un’altra dove poter vivere in serenità. Si recano così presso Upupa, re degli uccelli, proponendogli di fondare insieme una nuova città, Nubicuculia. Gli uccelli, all’inizio diffidenti nei confronti degli ateniesi, aderiscono poi al progetto, grazie alle parole persuasive di Pistetero, che addirittura afferma che proprio gli uccelli erano i primi e più antichi signori del mondo. La città ideale ha una posizione strategica: si trova, infatti, a metà tra gli dei e gli